Risonanza magnetica e tumore seno

Qual è il ruolo della risonanza magnetica nella diagnosi e nella terapia del tumore al seno?

La risonanza magnetica delle mammelle è un’indagine importante e fondamentale nell’iter diagnostico della patologia mammaria.

Serve per valutare patologie già diagnosticate con altre metodiche. In primis visita clinica, mammografia ed ecografia.

L’esame non può essere utilizzato come indagine di primo livello, in quanto esiste lo screening clinico mammografico ed ecografico che permette una valutazione su larghi numeri di pazienti.

I costi e l’utilizzo del mezzo di contrasto fanno sì che questa non possa essere una metodica utilizzata in prima istanza, ma solo a completamento delle precedenti indagini, per la valutazione dell’eventuale potenzialità tumorale delle nodularità evidenziate.

A cosa serve la risonanza magnetica per il tumore al seno?

L’indagine permette una visualizzazione delle patologie tumorali grazie al fatto che i tumori hanno una ipercellularità e questo permette la concentrazione del mezzo di contrasto nella zona ipercellulare.

La metodica, pertanto, è molto valida per quanto riguarda l’estensione della malattia e permette una diagnosi prechirurgica più accurata, eventualmente da approfondire con l’agobiopsia.

L’indagine di risonanza magnetica mammaria ha un ruolo fondamentale per quanto riguarda la diagnosi di recidiva di tumore mammario in quanto, grazie alla impregnazione di mezzo di contrasto nella zona sospetta, permette una diagnosi sicura della recidiva, soprattutto nelle zone pericicatriziali, che sono spesso di difficile valutazione, mammografica ed ecografica.

Preparazione all’esame

La risonanza magnetica è un’indagine che non necessita di evidenti preparazioni. È solo sufficiente il digiuno da almeno 5-6 ore.

Durata e controindicazioni alla risonanza magnetica

L’esame ha una durata di circa 25-30 minuti e non comporta particolari rischi. Chiaramente il paziente non deve avere controindicazioni assolute all’effettuazione di questo esame.

Ad esempio, precedenti fenomeni allergici alla somministrazione del mezzo di contrasto paramagnetico oppure chiaramente non deve avere pacemaker o dispositivi elettronici salvavita che possono essere interrotti dal campo magnetico durante l’effettuazione dell’esame.

Per il resto è sufficiente un esame del sangue della creatinina per validare la funzionalità renale, perché il mezzo di contrasto viene escreto attraverso i reni, per cui dobbiamo essere sicuri che i reni funzionino in maniera adeguata per eliminare il mezzo di contrasto dal nostro corpo.

Risonanza magnetica e tumore al seno

Nel video illustra la procedura il Dr. Massimo Pellegrini, Specialista in Radiologia.

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Bibliografia

Menezes GL, Knuttel FM, Stehouwer BL, Pijnappel RM, van den Bosch MA. Magnetic resonance imaging in breast cancer: A literature review and future perspectives. World J Clin Oncol. 2014 May 10;5(2):61-70. doi: 10.5306/wjco.v5.i2.61. PMID: 24829852; PMCID: PMC4014797.

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