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Terapie oncologiche per il cancro al seno a Roma

Il Centro di Senologia SenoClinic a Roma esegue terapie oncologiche per il cancro al seno.

Le terapie oncologiche rappresentano le metodiche utilizzabili per attaccare e curare il tumore alla mammella.

In questa pagina spieghiamo in linee generali quali sono le principali metodiche.

Terapie oncologiche per il cancro al seno a Roma

Radioterapia per il tumore al seno

La radioterapia è utilizzata soprattutto per ridurre il rischio di recidive locali nelle pazienti affette da carcinoma mammario.

È una tecnica che prevede l’impiego di radiazioni ad elevata energia, allo scopo di distruggere le cellule tumorali maligne e di preservare, al contempo, i tessuti integri.

Il ciclo di trattamento viene suddiviso in piccole sedute giornaliere per un periodo di alcune settimane.

In genere, alla paziente viene indicato il percorso radioterapico se non ha subito l’asportazione della mammella.

La radioterapia è una procedura indolore e una volta terminata la seduta si può tornare alle proprie attività.

Gli effetti collaterali sono esclusivamente a carico della mammella irradiata.

Essi possono essere suddivisi in effetti acuti ed effetti tardivi. Quelli acuti si manifestano già durante la radioterapia e possono sfociare in un arrossamento della mammella, pruriti o sensazioni di gonfiore.

Invece tra gli effetti tardivi, quello più ricorrente è la fibrosi mammaria, ossia un indurimento della mammella.

Ogni volta che viene effettuato un intervento di chirurgia conservativa (quadrantectomia o tumorectomia) è bene sottoporsi ad una visita radioterapica la quale permetterà di scoprire se è necessario che la paziente si sottoponga ad ulteriori terapie.

Durante l’intero periodo di durata della terapia, la paziente può stare in contatto sia con donne incinte che con donne con bambini in quanto questa tipologia di radioterapia non emette radiazioni ionizzanti.

Chemioterapia per il tumore al seno

La chemioterapia è una delle principali terapie farmacologiche per il carcinoma mammario. Permette di colpire le cellule tumorali nel loro punto debole, vale a dire il DNA.

Alcuni dei farmaci usati nelle chemioterapie si attaccano al DNA e lo distruggono. Ci sono, invece, dei farmaci che non attaccano direttamente il DNA bensì le proteine che lo producono, in maniera tale da interrompere la produzione di nuovo DNA.

La chemioterapia per il tumore al seno può essere anche neoadiuvante, ossia somministrata prima dell’intervento chirurgico così da ridurre la dimensione della neoplasia e rendere l’intervento il più possibile conservativo.

I vantaggi possono essere diversi. In particolare, la chemioterapia neoadiuvante può portare ad un migliore risultato estetico perché in molti casi consente di evitare la mastectomia o l’asportazione dei linfonodi ascellari.

La chemioterapia punta, in particolare, a colpire le cellule tumorali, in quanto sono quelle che si riproducono più velocemente.

Il nostro corpo, però, è composto anche da cellule sane che si riproducono continuamente. Tra queste rientrano le cellule del sangue, quelle dell’intestino e dello stomaco nonché quelle che si occupano della produzione di peli e capelli.

Questa è la ragione che spiega alcuni dei più comuni effetti collaterali della chemioterapia: fiacchezza, nausea, abbassamento delle difese immunitarie, perdita dei capelli, diarrea, vomito, dolori articolari, alle ossa o ai muscoli, reazioni allergiche.

Ormonoterapia per il cancro alla mammella

L’ormonoterapia prevede la somministrazione di farmaci in grado di bloccare l’azione degli ormoni sessuali femminili, responsabili dell’insorgenza e dello sviluppo di almeno un terzo dei tumori mammari.

Le cellule di questo tipo di tumore al seno presentano sulla loro superficie dei recettori per gli estrogeni, per il progesterone o per entrambi, che contribuiscono alla crescita della malattia.

Gli obiettivi della terapia ormonale sono sostanzialmente due: impedire alla cellula tumorale di utilizzare gli estrogeni prodotti dall’organismo o inibire la produzione di questi ultimi.

La possibilità di essere sottoposte a questa terapia dipende dalla presenza di recettori estrogenici e/o progestinici sulle cellule tumorali o dalla presenza o meno di controindicazioni al trattamento, in caso di altre patologie associate.

Per scoprire se il tumore al seno è classificabile come estrogeno e/o progesterone positivo, si ricorre alla biopsia mammaria, che permette di analizzare la neoplasia attraverso il prelievo di campioni di tessuto sottoposti ad analisi istologica.

L’ormonoterapia si può associare alla chemioterapia oppure si esegue da sola, nei casi in cui rappresenti il trattamento più indicato.

Tra i principali effetti collaterali vanno indicati: stanchezza, insonnia, dolori alle ossa e alle articolazioni, aumento di peso, reazioni allergiche, ritenzione idrica, disturbi visivi, perdita momentanea della regolarità del ciclo mestruale.

Terapia molecolare per il tumore mammario

Le terapie a bersaglio molecolare del tumore al seno sono indirizzate verso uno specifico bersaglio della cellula tumorale.

Nei tumori della mammella sono definiti farmaci a bersaglio molecolare quelli non rientranti nelle chemioterapie o ormonoterapie. Questi farmaci puntano ad agire in maniera selettiva sulle cellule malate, risparmiando il più possibile quelle sane.

Le terapie molecolari possono essere adoperate solo se il tumore presenta specifiche alterazioni molecolari. In presenza di tali alterazioni, infatti, il carcinoma diviene attaccabile proprio da questo tipo di farmaci.

Il senologo, prima di optare per questa terapia, è tenuto a valutare diversi fattori, in particolare: presenza di ulteriori patologie, stadio del tumore, caratteristiche molecolari della neoplasia.

Terapia biologica per il tumore al seno

Le terapie biologiche sono definite anche “terapie mirate” perché sono rivolte contro i meccanismi che controllano la crescita e la diffusione del cancro (bersagli molecolari).

Alcune forme di cancro al seno sono costituite da cellule che presentano un’elevata quantità di una proteina chiamata “HER-2 neu”, grazie alla quale le cellule tumorali crescono e si moltiplicano.

Per combattere questo tipo di tumore è stato prodotto uno specifico farmaco costituito da un anticorpo monoclonale (Trastuzumab o Herceptin) che può essere combinato ad altri trattamenti.

Questi farmaci bersaglio sono considerati “intelligenti”, perché sono in grado di riconoscere selettivamente e colpire in modo specifico la proteina HER-2 neu, presente sulle cellule tumorali.

Purtroppo la percentuale di pazienti con questo tipo di tumore al seno è minima (1 su 4) e sono poche le donne che possono beneficiare di questi farmaci.

Gli anticorpi monoclonali possono essere utilizzati sia come terapia adiuvante dopo l’intervento chirurgico, sia nel caso di recidive. Inoltre, se associati alla chemioterapia classica, permettono di limitarne al massimo gli effetti collaterali.

L’obiettivo del trattamento può cambiare in base allo stadio della patologia.

Se il tumore è in fase iniziale, gli anticorpi monoclonali possono ridurre i rischi di sviluppo della malattia.

Per malattie in stato avanzato a livello locale, questa terapia serve a ridurre l’estensione locale della patologia.

Infine, se la malattia ha raggiunto la fase metastatica, il trattamento viene generalmente associato alla chemioterapia o all’ormonoterapia.

Terapie oncologiche per il cancro al seno a Roma

SenoClinic a Roma effettua terapie oncologiche per la cura del cancro al seno presso la Casa di Cura Villa Mafalda. Il Direttore Responsabile è la Dr.ssa Simonetta Rossi, Chirurgo Senologo.

Lo staff medico multidisciplinare valuta caso per caso il trattamento più adeguato per ogni singola paziente con l’obiettivo di garantire il massimo risultato terapeutico e di minimizzare il più possibile gli effetti collaterali associati alle cure.

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AVVISO ALLE UTENTI
Le informazioni contenute in questa pagina sono solo a scopo informativo e non possono assolutamente sostituire il parere del medico. Ogni terapia è individuale e deve essere monitorata dal proprio specialista. Per risolvere i tuoi dubbi richiedi tranquillamente un consulto a SenoClinic.

Bibliografia

Moo TA, Sanford R, Dang C, Morrow M. Overview of Breast Cancer Therapy. PET Clin. 2018;13(3):339-354. doi:10.1016/j.cpet.2018.02.006

Le risposte alle domande più frequenti sulle terapie oncologiche per il cancro al seno

La biopsia mammaria permette di evidenziare la natura di un tumore al seno grazie al prelievo di campioni di tessuto da sottoporre a esame istologico. Oltre a questa analisi altri fattori concorrono alla scelta della terapia oncologica più ideonea come la dimensione della lesione, il grado di diffusione, l'età della paziente e il suo stato di salute.
La radioterapia non è dolorosa anche se durante la seduta è possibile che si avverta un leggero fastidio nella parte irradiata.
Gli effetti collaterali sono esclusivamente a carico della mammella irradiata. Alcuni si manifestano già durante la seduta di trattamento: arrossamento della mammella, pruriti o sensazioni di gonfiore. Altri effetti possono comparire in un secondo tempo, come ad esempio la fibrosi mammaria, ossia un indurimento della mammella.
La chemioterapia ha lo scopo di colpire il DNA delle cellule tumorali. In questa procedura vengono purtroppo coinvolte anche delle cellule sane, come quelle che si occupano della produzione di peli e capelli. Per questo motivo la paziente può perderli in seguito al trattamento chemioterapico.

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