Quando è indicata la RM mammaria nelle pazienti con protesi?
Viene posta indicazione per effettuare l’esame di risonanza magnetica nelle pazienti con protesi al seno, quando, dopo l’esame clinico, l’esame mammografico e l’esame ecografico, c’è un sospetto di rottura del dispositivo protesico.
Quindi, se la mammografia ha posto il sospetto, poi confermato all’ecografia, di rottura della protesi, che può coinvolgere sia la capsula interna, con una rottura intracapsulare, che la capsula esterna con un eventuale spargimento di silicone in sede mammaria o linfonodale, viene data l’indicazione ad effettuare un esame di risonanza magnetica.
Come funziona la RM in caso di protesi al seno?
Nelle pazienti con protesi non c’è necessità di somministrare il mezzo di contrasto, il gadolinio, per via endovenosa. Viene infatti effettuato l’esame di risonanza magnetica attraverso delle sequenze dedicate alla visualizzazione del silicone.
Queste sequenze, dette appunto silicon-only, ci permettono di mettere in risalto il segnale del silicone e quindi di ottenere una diagnosi di certezza e rispondere al dubbio diagnostico.
Come funziona la RM in caso di follow-up oncologico?
Qualora invece facciamo un controllo in una paziente operata, quindi in follow up oncologico, in caso di dubbio all’esame mammografico o ecografico, dobbiamo andare ad utilizzare il mezzo di contrasto per via endovenosa al fine di escludere eventuali impregnazioni di tipo patologico a livello del tessuto mammario che ci fanno escludere un’eventuale presenza di recidiva.
Quando è indicata la RM mammaria nelle pazienti con protesi?
Nel video, illustra l’argomento la Dr. Giulia Claroni, Specialista in Radiologia.
Iscriviti a SenoClinic TV, il canale dedicato alla salute delle donne
Bibliografia