La mastectomia è un’intervento che consiste nell’asportazione chirurgica della mammella e che può essere eseguito attraverso diverse tecniche.
Negli ultimi decenni infatti, la chirurgia mammaria ha subìto profondi e continui cambiamenti che hanno permesso progressivamente di mettere a punto tecniche sempre più conservative.
Questo ha consentito di ottenere lo stesso risultato oncologico a fronte però di un impatto sia da un punto di vista estetico che psicologico molto più accettabile.
L’evoluzione del trattamento chirurgico è una diretta conseguenza delle maggiori conoscenze sulla natura, sull’evoluzione della malattia, ottenuti sia grazie ai progressi delle tecniche diagnostiche sia alla possibilità di seguire trattamenti adiuvanti come la radioterapia, chemioterapia e l’ormonoterapia.
Mastectomia vs chirurgia conservativa
Proprio su questa scia, la chirurgia conservativa ha completamente sostituito la mastectomia nel trattamento dei tumori del seno in stadio iniziale e inoltre sono state sviluppate tecniche di mastectomia sempre meno demolitive, tese cioè a risparmiare alcune strutture della regione mammaria, quali i muscoli pettorali che sono i muscoli del torace su cui poggia la mammella, la cute fino al complesso areola capezzolo.
Storia della mastectomia
La storia della mastectomia comincia nel 1894 con la mastectomia radicale secondo Holsted. Si trattava di un intervento ampiamente demolitivo, che è rimasto per anni l’unica scelta chirurgica delle pazienti con tumore al seno.
Nella mastectomia radicale secondo Holsted oltre all’asportazione della ghiandola, inclusa la cute e il complesso areola capezzolo, venivano asportati sia i muscoli pettorali sia i linfonodi del cavo ascellare omolaterale.
Intorno agli anni ‘50 hanno preso piede alcune varianti meno demolitive in particolar modo la mastectomia secondo Patey, in cui si risparmiava il muscolo grande pettorale e la mastectomia secondo Madden in cui entrambi i muscoli pettorali erano salvati. Quest’ultima è rimasta a lungo l’alternativa standard al trattamento chirurgico in tutte quelle pazienti non suscettibili di una chirurgia conservativa.
Oggi sono invece largamente diffuse le mastectomie conservative che prevedono l’asportazione dell’intera ghiandola in blocco, ma la conservazione dell’involucro cutaneo e del complesso areola capezzolo.
Le moderne tecniche di mastectomia
Queste tecniche quando applicate con le corrette indicazioni consentono di ottenere lo stesso risultato dal punto di vista oncologico, ma con un esito estetico sicuramente preferibile, in quanto favoriscono una migliore ricostruzione mammaria, con un impatto psicologico sulla paziente maggiormente tollerabile.
Tra le tecniche innovative, la mastectomia nipple sparing, in particolare, conservando anche il complesso areola capezzolo, consente di ricreare una neo mammella con un aspetto molto più simile a quella naturale, sia in termini di morfologia e volume sia di simmetria rispetto alla mammella controlaterale e quindi con un risultato molto più armonico.
Questo tipo di tecnica aiuta la donna ad affrontare meglio quelli che sono i disagi ad un intervento così demolitivo, non solo sulla sfera personale, quindi pensiamo all’accettazione della propria immagine corporea, della propria femminilità e al senso di autostima dopo un intervento di questo tipo, ma anche nell’ambito della sfera sociale, sia sessuale sia relazionale.
In cosa consiste la mastectomia
Nel video illustra l’argomento, la Dr. Assunta Scaldaferri, Specialista in Senologia.
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Bibliografia – In cosa consiste la mastectomia