Tumore alla mammella, il rapporto 2019 del Ministero della Salute

È stato presentato al Ministero della Sanità il censimento ufficiale delle diagnosi e delle terapie dei tumori più diffusi nel nostro Paese. I dati sono stati analizzati dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) e sono raccolti nel volume “I numeri del cancro in Italia 2019”.

Un quadro generale positivo

Rispetto agli anni precedenti, l’incidenza dei casi di tumore maligno tende a diminuire: in particolare quella delle neoplasie del colon-retto, dello stomaco, del fegato e della prostata e, soprattutto negli uomini, i carcinomi del polmone. Aumentano i casi di successo delle terapie per i malati oncologici e le aspettative di vita.

Il tumore al seno è ancora il più diffuso

Il cancro della mammella si conferma il più frequente nella popolazione e le diagnosi risultano ancora in crescita. Questo però non va interpretato come un dato negativo. Il numero di casi, infatti, è legato anche all’estensione dei programmi di screening e diagnosi precoce, che consentono di individuare il tumore in fase iniziale, quando le probabilità di guarigione sono molto alte.

Fattori di rischio

Età: il rischio di ammalarsi di carcinoma della mammella aumenta con l’aumentare dell’età, con una probabilità di sviluppo di cancro al seno del 2,4% fino a 49 anni (1 donna su 40), del 5,5% tra 50 e 69 anni (1 donna su 20) e del 4,7% tra 70 e 84 anni (1 donna su 25). La curva di incidenza cresce esponenzialmente sino alla menopausa (intorno a 50-55 anni) e poi rallenta con un plateau dopo la menopausa, per poi riprendere a salire dopo i 60 anni.

Fattori riproduttivi: una lunga durata del periodo fertile, con un menarca precoce e una menopausa tardiva e quindi una più lunga esposizione dell’epitelio ghiandolare agli stimoli proliferativi degli estrogeni ovarici; la nulliparità, una prima gravidanza a termine dopo i 30 anni, il mancato allattamento al seno.

Fattori ormonali: incremento del rischio nelle donne che assumono terapia ormonale sostitutiva durante la menopausa, specie se basata su estroprogestinici sintetici ad attività androgenica. Il rischio può risultare aumentato nelle donne che assumono contraccettivi orali.

Fattori dietetici e metabolici: l’elevato consumo di alcool e di grassi animali e il basso consumo di fibre vegetali sembrerebbero associati a un aumentato rischio di carcinoma mammario. Stanno inoltre assumendo importanza la dieta e quei comportamenti che conducono all’insorgenza di obesità in postmenopausa e alla sindrome metabolica. L’obesità è un fattore di rischio riconosciuto, probabilmente legato all’eccesso di tessuto adiposo che in postmenopausa rappresenta la principale fonte di sintesi di estrogeni circolanti, con conseguente eccessivo stimolo ormonale sulla ghiandola mammaria.

Pregressa radioterapia: a livello toracico e specialmente se prima dei 30 anni d’età.

Precedenti displasie o neoplasie mammarie.

Familiarità ed ereditarietà: anche se la maggior parte dei carcinomi mammari è costituita da forme sporadiche, il 5%-7% risulta legato a fattori ereditari, 1/4 dei quali determinati dalla mutazione di due geni, BRCA 1 e/o BRCA 2. Nelle donne portatrici di mutazioni del gene BRCA 1 il rischio di ammalarsi nel corso della vita di carcinoma mammario è pari al 65% e nelle donne con mutazioni del gene BRCA 2 pari al 40%.

Incidenza

Si stima che, nel 2019, verranno diagnosticati in Italia circa 53.500 nuovi casi di carcinomi della mammella (53.000 donne e 500 uomini). È la neoplasia più diagnosticata nelle donne, in cui circa un tumore maligno ogni tre (30%) è un tumore mammario. Considerando le frequenze nelle varie fasce d’età, i tumori della mammella rappresentano il tumore più frequentemente diagnosticato tra le donne nella fascia d’età 0-49 anni (40%), fra le 50-69enni (35%) e nelle over 70 (22%).

Il carcinoma della mammella mostra un lieve aumento dell’incidenza in Italia (+0.3%), soprattutto nelle donne fuori fascia screening e nelle aree del Centro-Nord per l’estensione dei programmi di screening e della popolazione target (da 50-69 anni a 45-74 anni), ma presenta un trend in crescita anche in alcune regioni del Sud.

Sopravvivenza

Grazie alla maggiore diffusione dei programmi di diagnosi precoce e, quindi, all’anticipazione diagnostica e ai progressi terapeutici, la sopravvivenza a 5 anni delle donne con tumore della mammella in Italia è pari all’87%. Non presenta eterogeneità elevata tra fasce di età: la sopravvivenza a 5 anni è pari al 91% nelle donne giovani (15-44 anni), 92% tra le 45-54enni, 91% tra le 55-64enni, 89% tra le 65-74enni, leggermente inferiore, 79%, tra le over 75. La sopravvivenza dopo 10 anni dalla diagnosi è pari all’80%.

Prevenzione e diagnosi precoce

La prevenzione primaria, la lotta al tabagismo, la diffusione degli screening su base nazionale, la maggiore consapevolezza personale sull’importanza dei controlli periodici, i miglioramenti diagnostici, i progressi terapeutici (chirurgici, farmacologici, radioterapici) e l’applicazione sempre più su larga scala di una gestione multidisciplinare dei pazienti oncologici sono i fattori principali del trend positivo nella lotta contro il cancro. Proprio la prevenzione primaria, cioè l’adozione di uno stile di vita sano (no al fumo, dieta corretta e attività fisica costante), è la migliore strategia per ridurre sia l’incidenza che la mortalità.

Fonte: I numeri del cancro in Italia 2019

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