Tumore al seno e recidive: come si presentano e cosa bisogna fare?
La recidiva locale o locoregionale di carcinoma mammario, dopo un intervento di chirurgia conservativa, consiste nella ricomparsa della malattia nella mammella operata o a carico dei linfonodi delle stazioni regionali, più spesso quelle ascellari.
Come si presenta una recidiva al seno?
Una recidiva di tumore al seno, generalmente si presenta o con un nodulo che si sviluppa in prossimità della cicatrice mammaria o nell’ambito dello stesso quadrante del tumore primitivo, oppure a livello ascellare possiamo riscontrare la presenza di linfonodi con struttura e morfologia alterata.
Nella maggior parte dei casi una recidiva viene riscontrata o nel corso del controllo clinico oppure durante gli esami strumentali che la paziente normalmente esegue durante il follow-up oncologico: quindi la mammografia o l’ecografia mammaria.
Diagnosi di una recidiva al seno
In caso di sospetto di recidiva un ruolo importante riveste quindi il corretto inquadramento diagnostico con l’esecuzione di esami che definiscano sia il quadro regionale sia sistemico.
In particolare, dovrebbe essere eseguito una risonanza magnetica mammaria con mezzo di contrasto che ci aiuta a confermare la presenza del nodulo, a definirne le dimensioni, ma anche a valutare i rapporti con le strutture vicine, quindi la cute, il complesso areola-capezzolo o il piano muscolare, ma anche a escludere l’eventuale presenza di altre lesioni sia nello stesso seno che nel seno controlaterale.
Un ruolo importante riveste la microbiopsia del seno: cioè un campionamento della lesione per definire istotipo e fattori biologici e quindi avere una diagnosi precisa e tutte quelle informazioni che faranno da cardine nella scelta terapeutica.
Fase ugualmente importante è lo studio sistemico, cioè andare ad escludere che ci siano localizzazioni extra mammarie della malattia, cioè le cosiddette metastasi, eseguendo o una Tac total body con mezzo di contrasto oppure una Pec.
Come scegliere la terapia in caso di recidive al seno?
Una volta completato l’inquadramento diagnostico vado a definire quello che è il corretto iter terapeutico in ambito di un team multidisciplinare, cioè coinvolgendo i vari specialisti che si occupano di tumore mammario tenendo conto non solo della diagnosi, ma anche di aspetti legati proprio alla paziente, come:
- i precedenti trattamenti eseguiti;
- le condizioni cliniche generali;
- l’eventuale presenza di patologia che ad esempio può controindicare l’esecuzione di un determinato trattamento.
Un ruolo molto importante riveste poi anche la condivisione della scelta terapeutica con la paziente, in quanto non bisogna trascurare lo stress psicologico che la ricomparsa della malattia ha inevitabilmente sulla paziente e dall’altro lato anche le implicazioni sulla qualità di vita che diversi trattamenti possono avere.
Per quanto riguarda poi la scelta chirurgica, la mastectomia rimane ancora oggi la scelta standard, seguito dalla fase ricostruttiva, che può essere eseguita o in maniera immediata, cioè nello stesso intervento chirurgico, oppure differita a un secondo intervento.
Un secondo intervento di chirurgia conservativa è invece limitata solo a casi selezionati in cui si possa garantire contemporaneamente sia un’asportazione oncologica completa, sicura, sia un buon risultato estetico. Quindi generalmente sono candidabili o pazienti con un’unica lesione di piccole dimensioni, con fattori biologici favorevoli e con volume della mammella adeguato.
Importante in questo caso è però informare la paziente in maniera adeguata circa i rischi sia di una seconda recidiva, sia di un risultato cosmetico non pienamente soddisfacente sia in termini di volume che di forma e morfologia del seno.
Tumore al seno e recidive
Nel video ne parla la Dr.ssa Assunta Scaldaferri, Specialista in Chirurgia, Senologo.
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Bibliografia
