Si può fare la Mammografia con le protesi al seno?

La risposta è sì: è possibile svolgere tranquillamente l’esame mammografico con qualche particolare attenzione, e se necessario, integrarlo con l’ecografia mammaria e la risonanza magnetica del seno.

La presenza di protesi incide sul risultato della mammografia?

La mammografia, in una donna con protesi al seno, deve essere eseguita con particolari accorgimenti e scegliendo la tecnologia più adeguata: le protesi più datate non sono radiotrasparenti e rispetto a quelle di ultima generazione potrebbero comprimere e nascondere il tessuto ghiandolare circostante, influenzando negativamente la capacità diagnostica dell’esame.

I fattori che possono influenzare l’efficacia della mammografia nelle donne con protesi mammarie sono:

  • Il materiale della protesi
  • La collocazione anatomica della protesi
  • La tecnica di svolgimento dell’indagine diagnostica.

Il materiale delle protesi al seno

In base al materiale si distinguono:

  • Protesi radiotrasparenti: questa tipologia di protesi si lascia attraversare liberamente dai raggi X senza oscurare il parenchima mammario. In questi casi l’efficacia diagnostica è paragonabile a quella che si esegue su una mammella senza protesi.
  • Protesi radiopache: ormai più datate e poco utilizzate, sono formate da polimeri radiopachi che impediscono il passaggio dei raggi X, riducendo l’esplorabilità dei tessuti sottostanti.

La collocazione anatomica delle protesi al seno

collocazione-protesi

In base alla collocazione anatomica si distinguono:

  • Protesi sottomuscolari: sono inserite sotto il muscolo pettorale. In questo caso lo svolgimento della mammografia non è particolarmente influenzato dalla presenza della protesi.
  • Protesi sottoghiandolari: sono posizionate al di sopra del muscolo pettorale. In questo caso la mammografia deve essere eseguita con alcuni accorgimenti, come la manovra di Eklund per spostare la protesi e consentire una migliore visualizzazione del tessuto ghiandolare.

La Mammografia con Tomosintesi per le donne con protesi al seno

Nei casi in cui la visibilità ghiandolare sia particolarmente ridotta può essere indicato ricorrere alla mammografia con tomosintesi, una metodica di ultima generazione che consente di ottenere un’indagine del tessuto mammario più approfondita e precisa della Mammografia standard.

La Tomosintesi Mammaria permette l’acquisizione di proiezioni mammografiche da diverse angolazioni che vengono poi ricostruite in immagini tridimensionali e che consentono di esaminare la mammella con precisione anche se sono presenti le protesi.

Gli esami di approfondimento

Oltre alla Tomosintesi, per le portatrici di protesi al seno può essere utile eseguire un’ecografia mammaria, esame diagnostico semplice e non invasivo che risulta molto utile non solo per controllare l’integrità delle protesi ma anche per scoprire o approfondire piccole formazioni nodulari.

In alcuni casi può essere indicato effettuare una Risonanza Magnetica della mammella, utile per dirimere dubbi diagnostici insorti con la Mammografia o con l’Ecografia Mammaria.

Mammografia in caso di protesi al seno non radiotrasparenti

manovra-Eklund

Nelle portatrici di protesi, per svolgere la mammografia è indispensabile esercitare una compressione uniforme del seno della paziente.

Per questo motivo si esegue la manovra di Eklund, che consente di visualizzare in modo ottimale il tessuto ghiandolare e di ottenere una migliore accuratezza diagnostica.

L’operatore compie manualmente una manovra di dislocazione della protesi mammaria verso la parete toracica al fine di migliorare la visualizzazione del tessuto ghiandolare.

È importante che la paziente informi il personale sanitario della presenza delle protesi prima dell’inizio di qualunque procedura diagnostica.

L’importanza della mammografia nella prevenzione senologica

A seguito dell’intervento di mastoplastica additiva la struttura ghiandolare della mammella rimane integra e di conseguenza rimangono invariati i rischi ai quali la donna è esposta di sviluppare il cancro al seno.

Anche in questo caso è quindi fondamentale eseguire la mammografia che rimane il più efficace strumento di diagnosi precoce del tumore della mammella, la neoplasia più frequente nella popolazione femminile italiana.

Una mammografia di controllo ripetuta nel tempo consente di individuare tempestivamente l’insorgenza del cancro al seno, permettendo di migliorare la prognosi della paziente.

Per questo motivo dopo i 30 anni è indicato sottoporsi annualmente a visita senologica ed ecografia, integrandole dopo i 40 anni con la Mammografia o preferibilmente con la Tomosintesi Mammaria.

La mammografia con protesi al seno è più sicura con SenoClinic

Per le pazienti con protesi al seno i nostri Specialisti eseguono la Tomosintesi Mammaria e, se necessario, tutti gli esami di approfondimento.

SenoClinic opera a Roma presso la Casa di Cura Villa Mafalda.

AVVISO ALLE UTENTI
Le informazioni contenute in questa pagina sono solo a scopo informativo e non possono assolutamente sostituire il parere del medico. Ogni terapia è individuale e deve essere monitorata dal proprio specialista. Per risolvere i tuoi dubbi richiedi tranquillamente un consulto a SenoClinic.

Fonti Bibliografiche

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Bantick GL, Taggart I. Mammography and breast implants. Br J Plast Surg. 1995 Jan;48(1):49-52. doi: 10.1016/0007-1226(95)90032-2. PMID: 7719610.

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