Le terapie antitumorali possono determinare una perdita o un aumento di peso?

L’intervento nutrizionale è diventato negli ultimi anni parte sempre più integrante delle cure oncologiche, finalizzato a prevenire o a correggere la perdita di peso e la malnutrizione correlate alla patologia oncologica. Prevenire la perdita di peso riduce la tossicità indotta dalla radio-chemioterapia, migliora la sensibilità delle cellule tumorali al trattamento antitumorale, rinforza le difese dell’organismo, diminuisce la frequenza e la durata dei ricoveri, previene le complicanze post-operatorie e la depressione.

In alcuni casi però le terapie antitumorali possono determinare un aumento di peso. Questo è particolarmente frequente nelle donne con tumore al seno, le quali vanno molto spesso incontro a sovrappeso o obesità anche a poca distanza dall’inizio della terapia adiuvante o negli anni successivi.

Molte donne con diagnosi di cancro al seno, indipendentemente dallo stato della menopausa, aumentano di peso. La gestione del peso gioca un ruolo importante nel miglioramento della prognosi. Infatti prevenirne l’aumento o promuoverne la perdita del peso con una dieta attiva, modificando il comportamento alimentare ed effettuando un esercizio fisico aerobico, permette una riduzione dei biomarcatori dell’infiammazione riducendo il rischio di recidive.

Sovrappeso e obesità, inoltre, aumentano il rischio di diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari.

Quindi, il mantenimento del proprio peso forma riveste grande importanza nei malati di cancro, perché sia la perdita che l’aumento di peso involontaria, anche se con meccanismi diversi, influenzano negativamente la capacità di ripresa dell’organismo dopo le terapie antitumorali.

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