Il tumore alla tiroide è uno dei più comuni, specialmente nel sesso femminile.
Prima di parlare della diagnosi e della terapia, però, è bene dare un’occhiata generale a questa forma tumorale.
Come si presenta il tumore della tiroide
Per prima cosa, questa patologia si può presentare in diversi modi: a volte è palpabile un nodulo sulla tiroide, altre si percepisce un dolore, oppure possono esserci delle modificazioni nella voce o raucedine, ma anche tosse o difficoltà a respirare o deglutire.
Questa varietà di manifestazioni è legata da una parte alla dimensione del tumore, dall’altra alla sede tiroidea che occupa e quindi dalle strutture circostanti possibilmente coinvolte.
Chiaramente, non sempre la comparsa di uno di questi disturbi è da correlare con la presenza del cancro, infatti esistono molte altre condizioni che possono rendersi evidenti con queste modalità, tuttavia dovrebbero prestare un’attenzione particolare quelle persone che sono considerate a rischio per la presenza di almeno uno di questi fattori:
- familiarità per tumore alla tiroide;
- condizioni ereditarie come la poliposi adenomatosa familiare;
- obesità;
- elevata esposizione a radiazioni, specialmente durante l’infanzia, ad esempio in caso di numerose radiografie;
- contatto eccessivo con pesticidi.
Esistono inoltre varie forme tumorali, differenti tra di loro per il diverso grado di malignità e invasività, che di conseguenza richiederanno un approccio diverso in termini di trattamento.
Diagnosi del tumore della tiroide
In genere, il primo passo che spinge una persona a fare degli approfondimenti è il riscontro, da parte sua o di un medico, di una piccola massa alla palpazione del collo.
A questo punto, viene innanzitutto richiesta una valutazione degli ormoni tiroidei al laboratorio, seguita poi da delle indagini strumentali:
- ecografia tiroidea: è l’esame di primo livello perché facile da eseguire e non invasiva. Con questa metodica, un nodulo può essere osservato per evidenziare eventuali caratteristiche tipiche del tumore maligno;
- TC o risonanza magnetica: se si vuole un’esaminazione più precisa, specie quando si teme una possibile diffusione del tumore all’interno della ghiandola sotto forma di piccoli raggruppamenti di cellule non visibili all’ecografia;
- valutazione della tiroide per mezzo di iodio radioattivo: è una metodica di medicina nucleare che, grazie ad una telecamera particolare, consente di vedere quanto di questo elemento è stato captato dalla tiroide, il che avviene in proporzione all’attività della ghiandola;
- agoaspirato tiroideo o biopsia: in entrambi i casi si preleva del tessuto tiroideo, la quantità dipende da quale delle due procedure si decide di utilizzare, per osservarlo poi al microscopio e capire quindi se si tratta di un tumore ed in tal caso se è benigno o maligno e la tipologia specifica.
Trattamento del tumore della tiroide
Il trattamento del tumore alla tiroide dipende dal tipo di cancro da cui si è colpiti, dalle sue dimensioni e dall’eventuale metastatizzazione dello stesso.
Trattamento chirurgico
Per asportare il tumore viene rimossa una parte della ghiandola, ed eventualmente anche i linfonodi locali se interessati dal processo neoplastico.
L’effetto collaterale è che spesso, a seguito dell’intervento, permane un’ipotiroidismo, ovvero la ghiandola non è più capace di produrre la stessa quantità di ormoni di prima, e si rende perciò necessario seguire una terapia sostitutiva.
Terapia con Iodio radioattivo
Viene usata perché la tiroide usa lo iodio per produrre i suoi ormoni. L’uso di questo elemento radioattivo, in dosi sicuramente maggiori rispetto a quelle usate per la diagnostica, può quindi essere utile per distruggere il tessuto, in particolare questa è una procedura che spesso viene messa in atto dopo un intervento chirurgico per assicurarsi di aver rimosso ogni traccia di cellule tiroidee.
Radioterapia
Non è efficace per tutti i tipi di cancro alla tiroide, tuttavia in alcuni casi può essere usata come metodica di prima scelta grazie alla sua capacità di uccidere le cellule tumorali.
Chemioterapia
Si assumono dei farmaci che hanno il potere di attaccare le cellule cancerose, pur avendo numerosi effetti avversi che spesso li rendono un’alternativa meno tollerata dai pazienti. Questa opzione viene spesso considerata quando vi sono delle metastasi a distanza.
Terapia target
Si tratta sicuramente dell’ultima frontiera in campo di sviluppo di farmaci antitumorali.
In pratica, la ricerca ha consentito di individuare delle molecole che conferiscono alle cellule delle caratteristiche tipicamente cancerose e quindi di agire su questi specifici bersagli in modo da impedire al tumore di evolversi.
Così, oggi possono essere usati dei bloccanti specifici per quei messaggeri che segnalano alle cellule di crescere e replicarsi in maniera incontrollata, oppure un altro farmaco interferisce con la straordinaria capacità del tumore di formare dei nuovi vasi sanguigni, essenziali per ricevere abbastanza ossigeno e nutrimento per la sopravvivenza.
La grossa novità è la capacità della terapia target di esercitare la propria azione esclusivamente sulle cellule tumorali, al contrario ad esempio dei chemioterapici che devono i loro effetti collaterali proprio al coinvolgimento anche delle cellule sane.
Purtroppo, non sempre queste terapie funzionano, ed è inoltre necessario che il cancro risponda a criteri specifici per essere indirizzati a questo approccio, ma senza dubbio la ricerca continua e nel futuro verranno fatti grandi progressi per curare queste patologie.
Efficacia delle terapie e prognosi
Di solito i tumori della tiroide rispondono bene ai trattamenti, specie se la diagnosi è precoce e l’intervento è tempestivo.
Naturalmente vi sono delle differenze in base al tipo di tumore, alla sua aggressività, alle dimensioni e alle eventuali metastasi, ma in media, soprattutto per le forme più frequenti, più del 95% dei pazienti è vivo a cinque anni di distanza dalla diagnosi, il che è indubbiamente un dato molto confortante circa l’efficacia delle terapie.
Tumore alla tiroide, la diagnosi da SenoClinic a Roma
SenoClinic, è un Centro di Senologia Multidisciplinare a Roma diretto dalla Dottoressa Simonetta Rossi, dove è possibile trovare un team di professionisti, specializzati nelle diverse branche mediche.
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Bibliografia