La ricostruzione del seno dopo l’asportazione del tumore

La ricostruzione del seno dopo l’asportazione del tumore è diventata parte imprescindibile del processo di guarigione e consente di restituire alla donna l’immagine che l’intervento le ha modificato.

I progressi medici e scientifici nella cura del cancro al seno rendono sempre più forte l’esigenza di limitare l’impatto estetico e psicologico che l’asportazione ha sulla vita della paziente, consentendo di preservare il più possibile la sua immagine corporea.

Ne parliamo con il Dr. Alessio Caggiati, Specialista in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva e membro dello staff multidisciplinare di SenoClinic, il Centro di Senologia a Roma ubicato presso la Casa di Cura Villa Mafalda.

Perché è così importante la ricostruzione mammaria dopo l’asportazione del tumore al seno?

Quando parliamo di chirurgia plastica e ricostruttiva del seno, non ci riferiamo a un “vezzo” estetico, anche se chirurgia estetica e plastica sono spesso “confuse” tra di loro. Nonostante le tecniche e i materiali adoperati siano gli stessi, lo scopo dell’intervento ricostruttivo è di restituire alla donna l’immagine di sè che l’asportazione del tumore ha compromesso, conservando il più possibile l’aspetto del seno, la simmetria, la forma e il volume originari.

Oggi la ricostruzione mammaria è diventata uno strumento di cura a tutti gli effetti.

Di fronte al cancro, la forza di volontà e il coraggio di ognuna sono messi a dura prova: il seno è, infatti, un potente simbolo di femminilità, nutrimento e sessualità e il recupero psicologico nel percorso di guarigione è un aspetto fondamentale.

Da cosa dipende la scelta dell’intervento più idoneo?

Le ricostruzioni non sono tutte uguali e questo è un vantaggio che permette al chirurgo di adattarsi alle caratteristiche uniche di ogni donna. La scelta di una tecnica chirurgica rispetto a un’altra dipende dal tipo di tumore, da quale intervento è stato fatto prima, dalle caratteristiche della paziente e dalla necessità di successivi trattamenti come ad esempio la radioterapia.

Negli interventi conservativi, come la nodulectomia e la quadrantectomia, non si asporta completamente la mammella, ma può capitare che il seno operato presenti una fossetta o risulti leggermente più in alto rispetto all’altro. In questi casi è possibile intervenire con la chirurgia plastica ricostruttiva per ripristinare la forma naturale.

In caso di mastectomia ovviamente il discorso cambia: il seno è stato asportato completamente per consentire la massima efficacia terapeutica e di conseguenza anche le tecniche adoperate si adatteranno alla situazione.

Quali sono le principali tecniche ricostruttive del seno dopo l’asportazione del tumore?

Le metodiche di ricostruzione mammaria sono essenzialmente due: quelle che prevedono l’impiego delle protesi e quelle che invece innestano materiale autologo. Talvolta possono essere adoperate insieme.

In entrambi i casi l’obiettivo sarà quello di ottenere il risultato più naturale possibile, ricreando in modo fedele l’anatomia della mammella e cercando la piena simmetria tra i due seni.

Quando invece si utilizzano i tessuti autologhi, ossia quelli della paziente stessa, il volume della mammella può essere integrato trasferendo lembi muscolo cutanei da altre sedi del corpo come l’addome, il dorso, le cosce o i glutei oppure utilizzando iniezioni di adipe proveniente da cuscinetti di grasso (lipofilling).

L’impiego dei tessuti autologhi determina solitamente una resa estetica migliore: fa assomigliare di più il seno ricostruito a quello sano e rispetta i volumi naturali quando ingrassiamo o dimagriamo, cosa che ovviamente una protesi non fa. Ma questa metodica ha una complessità maggiore per durata, tempi di degenza e rischi di complicanze.

Infine, dopo qualche settimana, anche l’areola e il capezzolo possono essere ricostruiti adoperando piccoli lembi tissutali oppure una parte del capezzolo sano che saranno poi “colorati” con la tecnica del tatuaggio per renderli il più possibile naturali.

È possibile intervenire con la chirurgia plastica in contemporanea all’asportazione del tumore?

Quando è possibile, si preferisce ricostruire il seno già al momento dell’asportazione del tumore, in questo caso parliamo di ricostruzione immediata.

Anche in caso di mastectomia, in molti casi, è possibile correggere subito la menomazione: questo consente alla paziente di evitare un ulteriore intervento in anestesia generale e di vivere l’operazione con un migliore impatto psicologico, facilitando il processo di adattamento alla malattia.

Naturalmente la mastectomia con ricostruzione diretta è una procedura di maggior complessità e durata rispetto alla quadrantectomia. L’intervento può richiedere successivi piccoli ritocchi per ottimizzare la simmetria dei seni o il risultato estetico finale.

Qualora la ricostruzione immediata non fosse possibile, bisognerà attendere alcuni mesi (ricostruzione differita). Questo dipende dalla necessità o meno di sottoporsi a radioterapia o chemioterapia: nel caso in cui siano necessarie le terapie, l’intervento sarà rimandato al termine del trattamento per consentire la completa guarigione del seno.

La ricostruzione mammaria può realmente migliorare il processo di guarigione?

Non è facile affrontare una malattia oncologica. Lo stress è notevole e la mammella è un organo dal forte valore simbolico. Ecco perché, risvegliarsi dall’intervento con un seno nuovo, simile all’altro per forma e volume, può avere un effetto positivo ed essere d’aiuto per la guarigione.

La chirurgia plastica e ricostruttiva del seno è entrata a pieno diritto nel percorso di guarigione.

Cosa ci si può aspettare dopo l’intervento?

Nonostante si siano fatti miglioramenti che qualche anno fa erano impensabili nel campo della ricostruzione mammaria, il nuovo seno non sarà esattamente come quello naturale, ma ci si avvicinerà il più possibile.

Il tempo necessario per riprendersi dopo la ricostruzione dipende dal tipo di intervento che è stato eseguito e dalle condizioni generali di ognuna.

Molte donne cominciano a sentirsi bene dopo un paio di settimane e possono riprendere le attività normali in un paio di mesi, ma questa ovviamente non è una regola matematica ed è del tutto personale (ricordiamo anche che la ricostruzione con i lembi tissutali ha una convalescenza più lunga).

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Nei casi in cui sia stata inserita una protesi sarà fondamentale controllare annualmente con l’ecografia mammaria o la risonanza magnetica del seno il suo corretto posizionamento e il suo stato nel tempo.

Perché è importante affidarsi a un Centro di Senologia Multidisciplinare?

La chirurgia senologica costituisce il centro di un’intensa attività multidisciplinare che si estende dalla chirurgia conservativa a quella demolitiva, in costante collaborazione con la chirurgia plastica e ricostruttiva.

Per il trattamento delle patologie mammarie, noi di SenoClinic facciamo ripetuti incontri di discussione e di confronto nei quali le decisioni diagnostiche e terapeutiche sono condivise da uno staff medico costituito da oltre 30 specialisti tra cui chirurghi senologi, oncologi, radiologi, chirurghi plastici, ginecologi, nutrizionisti e psicologi.

La ricostruzione del seno dopo l’asportazione del tumore con SenoClinic

Per maggiori informazioni sulle possibilità offerte dalla chirurgia plastica e riscostruttiva contatta i nostri specialisti chiamando allo 06 36 30 34 91.

Ringraziamo il Dr. Alessio Caggiati per la sua intervista, disponibile anche su
Il Messaggero on-line – La ricostruzione del seno dopo l’asportazione del tumore è parte integrante del percorso di cura.

AVVISO ALLE UTENTI
Le informazioni contenute in questa pagina sono solo a scopo informativo e non possono assolutamente sostituire il parere del medico. Ogni terapia è individuale e deve essere monitorata dal proprio specialista. Per risolvere i tuoi dubbi richiedi tranquillamente un consulto a SenoClinic.

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